ANORESSIA: I DIVERSI TIPI DI ALTERAZIONI PSICOPATOLOGICHE
La diagnosi di Anoressia presuppone una serie di alterazioni psicopatologiche, che riguardano
• la percezione corporea
• la percezione del senso di fame e di sazietà
• convinzioni erronee sull’alimentazione e sul metabolismo.
Percezione corporea
Dobbiamo distinguere i concetti di immagine e schema corporeo.
L’immagine corporea è la rappresentazione percettiva delle proporzioni del corpo, di come esso appare all’esterno; richiede sempre un grado di consapevolezza.
Lo schema corporeo è la rappresentazione cognitiva della posizione e dell’estensione del corpo nello spazio; è la rappresentazione mentale del nostro corpo, legata al movimento e alle azioni e deriva dall’elaborazione che il cervello mette in atto continuamente in risposta agli input e agli output, cioè stimoli interni ed esterni; a differenza dell’immagine corporea, non richiede consapevolezza.
Le persone affette da anoressia prestano un’importanza esagerata alla forma e al peso corporeo, avendo di entrambe una visione distorta, che sfocia in un’alterazione sia dello schema che dell’immagine corporei.
Il corpo viene vissuto, con assoluta convinzione, come un qualcosa di gigantesco, immenso, comunque più grande di quello che è realmente, in netta contrapposizione con quella che è la realtà effettiva, il cui esame risulta assolutamente incongruo.
La gravità della distorsione corporea è direttamente proporzionale alla gravità del disturbo.
I livelli di autostima sono condizionati dal peso e dalle forme corporee: essere magri condiziona la creazione della propria identità personale; pertanto, arrivare a quella che si crede essere la perfezione fisica, diventa l’unico modo per ricevere giudizi positivi.
Il pz anoressico ha aspettative altissime, senza spesso avere la percezione del proprio limite, non tenendo in conto l’effettiva capacità di riuscita e non contemplando la possibilità di fallimento.
La tendenza al perfezionismo si ripercuote in ogni àmbito della vita, soprattutto a livello scolastico.
La magrezza estrema ha le caratteristiche della desessualizzazione in quanto, con la restrizione alimentare, si cancellano quelle parti del corpo che, nella visione distorta del pz anoressico, potrebbero apparire erotiche e/o volgari, quali il seno o i glutei.
Se a ciò si aggiunge, nel soggetto femminile, la possibile amenorrea con incapacità riproduttiva, si ottiene la completa scomparsa dei segni di sessualità
Percezione del senso di fame e di sazietà
Le persone affette da anoressia conclamata non sanno quando hanno fame: in alcuni casi, dopo avere mangiato un morso di mela o un cucchiaino di yogurt o avere bevuto un bicchiere d’acqua, riferiscono grave senso di sazietà, che equivale al sentirsi sazie avendo praticamente digiunato.
Almeno nelle fasi iniziali però, tutte le persone affette, hanno percepito correttamente il senso di fame, ammettendo di avere avuto fame, ma la necessità di tendere a quella che esse credono essere la perfezione (con conseguente crescita dei livelli di autostima), la capacità di avere un controllo totale sul cibo e quindi sul peso e sulle forme corporee, surclassa quelli che potremmo definire “i morsi della fame”, sintomatologia crampiforme gastrica assai spiacevole.
Nelle fasi inziali pertanto, si assiste ad una compensazione sensoriale, che può estrinsecarsi con un interesse “teorico”, esagerato, per il cibo: le persone tendono a diventare cuoche provette, sperimentando ricette, particolarmente invitanti e magari ipercaloriche, rigorosamente da non assaggiare neanche, ma cucinate per i familiari.
Convinzioni erronee sull’alimentazione e sul metabolismo
I soggetti anoressici hanno credenze distorte sull’alimentazione e sul metabolismo; pur avendo conoscenze infinite sul quantitativo calorico dei cibi e sulla loro composizione nutrizionale, sembrano non avvertire i rischi ai quali vanno incontro a causa della denutrizione.
La denutrizione può essere conseguenza di una restrizione alimentare estrema, oppure derivare da condotte compensative quali abuso di diuretici e/o lassativi, vomito autoindotto o attività fisica estrema.
In merito al vomito autoindotto, esso può avvenire mediante le dita o altri oggetti; in alcuni casi il soggetto riesce a procurarsi il vomito spontaneamente; in altri, si arriva a un’iperidratazione (ingestione di molta acqua), per favorire il vomito: la persona mangia e poi vomita, finchè non esce materiale liquido, causa di potenziale squilibrio idro elettrolitico.
Il vomito autoindotto è causa poi di danneggiamento della mucosa esofago faringea e buccale: questi tratti di apparato gastroenterico sono particolarmente sensibili all’ambiente acido, tipico dello stomaco, al quale non sono abituati; ciò può causare erosioni (tipica è anche l’erosione dello smalto dentale) che possono sfociare in vere e proprie ulcere.
Tutte le sopra citate condotte compensatorie dovrebbero avere il compito di contribuire a bilanciare quello che viene creduto essere un eccessivo introito calorico; il soggetto però non sa che, vomitando, viene eliminata solo una parte delle calorie ingerite.
Con i diuretici e lassativi, il calo ponderale è imputabile alla perdita di liquidi; nel caso dei diuretici si può facilmente incorrere in importanti cali della pressione arteriosa che, in un organismo già debilitato, può essere concausa di episodi sincopali.
Mettendo in atto tali meccanismi di compenso, si avrebbe un calo ponderale anche con un’alimentazione definita “normale” per quantità e qualità di nutrimenti; immaginiamo cosa accade quando la “compensazione” avviene nell’àmbito di un regime calorico particolarmente restrittivo.
La denutrizione può causare alterazioni e scompensi seri a diversi livelli
A livello emotivo compaiono umore depresso, ansia, irritabilità, rabbia, cambiamento dei tratti di personalità, isolamento sociale; le persone affette avranno difficoltà a capire i loro stati interni e le sensazioni che provano: fame, sazietà, senso di vuoto, freddo, caldo,
A livello cognitivo si assiste a una diminuita capacità di concentrazione e di astrazione, a stati di apatia
A livello fisico sono presenti debolezza, disturbi del sonno, alterazioni a carico dell’apparato gastroenterico, ipotermia (cioè riduzione della temperatura corporea. Dovuta ad alterazione dei meccanismi che regolano la termogenesi), ipersensibilità a luci e rumori, diminuzione dell’interesse sessuale.
Nel soggetto anoressico il confine tra il proprio sé e l’altro non esiste: l’incapacità nel porre limiti, ha come conseguenza la percezione di essere invaso dagli altri, con difficoltà a dire dei no.
Le persone affette da anoressia sono dominate dall’ambivalenza che oscilla fra la necessità di ricevere continue conferme dall’esterno e una marcata ipersensibilità all’intrusività, arrivando a sentirsi invase, perché non hanno la percezione del confine fra sé e il mondo circostante.
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